martedì 16 agosto 2011

Atena, dea della saggezza e dei mestieri (1: profilo mitologico)

Disegno di AnnaGrazia Ogier

Continua la serie di post dedicati all'approfondimento delle Dee come Archetipi psicologici.
Atena - prima parte: il profilo mitologico
(di Sandra Muzzi)

Atena, che i romani chiamavano Minerva, era la dea greca della saggezza e dei mestieri. Al pari di Artemide, Atena era una dea vergine, votata alla castità e al celibato. 
Imponente e splendida dea guerriera, protettrice di eroi da lei stessa prescelti e della sua città eponima, Atene, era la sola divinità femminile dell’Olimpo rappresentata con indosso la corazza, con la visiera dell’elmo tirata indietro a rivelare tutta la sua bellezza, uno scudo al braccio e una lancia in mano.

In conformità con il ruolo di dea che presiede alla strategia della battaglia in tempo di guerra e alle arti domestiche in tempo di pace, Atena veniva rappresentata anche con la lancia in una mano e la ciotola o il fuso nell’altra.
Era protettrice di molte città, patrona degli eserciti e dea dei tessitori, orafi, vasai e sarti. I greci credevano che fosse stata lei a dare all’umanità le briglie per domare il cavallo, a ispirare i costruttori di imbarcazioni nel loro mestiere e a insegnare agli uomini come fare l’aratro, il rastrello, il giogo e il carro per i buoi. L’olivo era il dono speciale da lei fatto alla città di Atene, un dono che aveva favorito la coltivazione di questa pianta.


Atena veniva spesso rappresentata in forma di civetta, un uccello associato alla saggezza e agli occhi grandi: due tratti caratteristici della dea. Sul suo scudo e sull’orlo del suo abito erano raffigurati dei serpenti intrecciati.
Quando Atena veniva rappresentata in compagnia di un altro personaggio, questo era invariabilmente di sesso maschile. Così, la si vedeva accanto a Zeus seduto, nella posizione di guerriera che protegge il suo re; oppure veniva collocata dietro o accanto ad Achille o a Ulisse, i più grandi eroi greci dell’Iliade e dell’Odissea.

riproduzione di un rilievo in bronzo, 550 a.C. circa, Museo di Olimpia

L’ingresso di Atena nel consesso degli dei dell’Olimpo fu spettacolare. Uscì dalla testa di Zeus con le sembianze di donna già adulta, con indosso una corazza d’oro splendente e in mano una lancia acuminata, emettendo un potente grido di guerra. In alcune versioni la sua nascita assomiglia a una sorta di parto cesareo: poiché Zeus durante le “doglie” soffriva di un’atroce emicrania, fu aiutato da Efesto, dio del Fuoco, che lo colpì alla testa con un’ascia a doppio taglio, aprendo la via per la fuoriuscita di Atena.

Atena si considerava figlia di  un solo genitore, Zeus, a cui venne poi sempre associata. Era il suo braccio destro, la sola dea dell’Olimpo a cui egli affidò il fulmine e lo scudo, simboli del suo potere.

Non conobbe sua madre, Metis: in realtà sembrava ignorasse di averne una. Come narra Esiodo, Metis, una divinità dell’oceano nota per la sua saggezza, fu la prima consorte regale di Zeus. Quando rimase incinta di Atena, Zeus, con uno stratagemma, la fece diventare piccola e l’inghiottì. Era stato vaticinato che Metis avrebbe avuto due figli molto speciali: una figlia che per coraggio e saggezza avrebbe uguagliato Zeus, e un figlio rubacuori che sarebbe diventato dio degli dei e degli uomini. Inghiottendo Metis, Zeus si oppose al fato e fece suoi gli attributi di lei.

Atena Giustiniani, copia romana di una statua greca, Musei Vaticani

Nella mitologia che la riguarda, Atena era protettrice, consigliera, patrona e alleata di alcuni uomini di valore, fra cui Perseo, Giasone e gli Argonauti, Bellerofonte ed Ercole.
Durante la guerra di Troia si prodigò in favore dei Greci. Protesse i suoi favoriti, soprattutto Achille, il più formidabile e vigoroso dei guerrieri greci. Più tardi aiutò Odisseo (Ulisse) nel lungo viaggio di ritorno a casa.

Atena non solo si battè per alcuni eroi e fu, fra gli abitanti dell’Olimpo, la più vicina a Zeus, ma si schierò dalla parte del patriarcato in quello che fu il primo processo nella letteratura dell’occidente: diede il voto decisivo in favore di Oreste, che aveva ucciso la madre (Clitennestra), per vendicare l’uccisione del padre (Agamennone). Apollo aveva parlato in favore di Oreste sostenendo che la madre è soltanto colei che alimenta il seme piantato dal padre, proclamando il principio della superiorità del maschio sulla femmina e citando come prova la nascita di Atena che non era neanche stata partorita da un grembo di donna. I voti della giuria erano pari quando Atena intervenne con il suo che fu decisivo. Si schierò con Apollo, mandò libero Oreste e pose i principi del patriarcato al di sopra dei vincoli materni.

Atena (dettaglio) nel Trionfo della Virtù di Andrea Mantegna (1499-1502), Louvre

Nota Bibliografica:
- mi sono ispirata a Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
- le mie conoscenze sul Voice Dialogue derivano dagli insegnamenti della D.ssa Franca Errani, dai cui scritti ho tratto spunti per la "lettura delle Dee tramite il Voice Dialogue", nonchè dai seguenti testi di Hal e Sidra Stone: Il Dialogo delle voci, conoscere e integrare i nostri sé nascosti, ed. Amrita; Il critico interiore, come trasformarlo in un potente alleato, ed. Gruppo Futura; Tu ed io, incontro, scontro e crescita nelle relazioni, ed. MIR 

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