venerdì 5 agosto 2011

Persefone, fanciulla e regina degli inferi (1: profilo mitologico)

Disegno di AnnaGrazia Ogier

Continua la serie di post dedicati all'approfondimento delle Dee come Archetipi psicologici.
Persefone - prima parte: profilo mitologico
(di Sandra Muzzi)

La dea Persefone, che i romani chiamavano Proserpina o Cora, compare nell’Inno a Demetra, che descrive il suo rapimento da parte di Ade. 
Era venerata in due modi, come fanciulla, o Kore (che significa “giovinetta” ) e come regina degli Inferi. 
Kore era una giovane dea slanciata e bellissima, associata ai simboli della fertilità: il melograno, il grano, i cereali e il narciso, il fiore che l’adescò. Come regina degli Inferi, Persefone è una donna matura, che regna sulle anime dei morti, guida i viventi agli Inferi e pretende per sé ciò che vuole.


Benché Persefone non fosse una delle dodici divinità dell’Olimpo, era la figura centrale dei Misteri Eleusini, che per duemila anni prima del cristianesimo furono la più importante religione dei greci, nei quali si viveva l’esperienza del ritorno, o del rinnovarsi della vita dopo la morte, attraverso la ricomparsa annuale di Persefone dall’oltretomba.

Persefone fu l’unica figlia di Demetra e di Zeus. La mitologia greca, caso insolito, ne tace le circostanze del concepimento.
All’inizio del mito, Persefone era una fanciulla spensierata che raccoglieva fiori e giocava con le amiche. Poi all’improvviso Ade emerse sul suo carro da una fenditura della terra, ghermì la fanciulla piangente e la portò nel mondo sotterraneo per farne la propria riluttante sposa.

Il ratto di Proserpina (Giovanni Lorenzo Bernini, 1621-22)

Demetra non accettò la situazione, abbandonò l’Olimpo, si diede da fare perché Persefone tornasse, e infine costrinse Zeus a cedere ai suoi desideri.
Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dei, a riprendere Persefone. Ermes giunse nel mondo sotterraneo e trovò una Persefone sconsolata, la cui disperazione si trasformò però in gioia quando scoprì che egli era lì per lei e che Ade l’avrebbe lasciata libera. Tuttavia, prima di lasciarla andare, Ade le diede alcuni semi di melograno che lei mangiò. Quindi salì sul carro con Ermes che la riportò velocemente da Demetra. 
Madre e figlia, una volta ritrovate, si abbracciarono con gioia, e Demetra si informò ansiosamente se Persefone non avesse per caso mangiato qualcosa nel mondo degli Inferi. Lei rispose di aver mangiato alcuni semi di melograno perché Ade l’aveva costretta a farlo “con la violenza e contro il suo volere” (cosa non vera). 
Persephone (Dante Gabriel Rossetti, 1874)

Demetra accettò la storia, e il ciclo che ne seguì. Se Persefone non avesse mangiato niente, le sarebbe stata restituita senza condizioni. Invece, avendo mangiato i semi di melograno, ora avrebbe trascorso un terzo dell’anno agli Inferi con Ade e due terzi nel mondo dei vivi, con lei.

In seguito Persefone divenne regina degli Inferi
Quando eroi ed eroine della mitologia greca si recavano nel regno dei morti, Persefone era là a riceverli e a fare loro da guida. Nell’Odissea, l’eroe Ulisse si recò agli Inferi dove Persefone gli mostrò le anime di donne leggendarie; nel mito di Eros e Psiche, l’ultimo compito di Psiche fu quello di discendere nel mondo sotterraneo con uno scrigno che Persefone doveva riempire con l’unguento dell’eterna giovinezza per Afrodite; l’ultima delle dodici fatiche di Ercole portò anche lui da Persefone: l’eroe doveva ottenere il suo permesso di portare via Cerbero, il feroce cane da guardia dalle tre teste, che domò e mise al guinzaglio.

Nota Bibliografica:
- mi sono ispirata a Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
- le mie conoscenze sul Voice Dialogue derivano dagli insegnamenti della D.ssa Franca Errani, dai cui scritti ho tratto spunti per la "lettura delle Dee tramite il Voice Dialogue", nonchè dai seguenti testi di Hal e Sidra Stone: Il Dialogo delle voci, conoscere e integrare i nostri sé nascosti, ed. Amrita; Il critico interiore, come trasformarlo in un potente alleato, ed. Gruppo Futura; Tu ed io, incontro, scontro e crescita nelle relazioni, ed. MIR

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