Disegno di AnnaGrazia Ogier |
Continua la serie di post dedicati all'approfondimento delle Dee come Archetipi psicologici.
Estia - parte terza: lettura della dea con il Voice Dialogue
(di Sandra Muzzi)
Estia - parte terza: lettura della dea con il Voice Dialogue
(di Sandra Muzzi)
LA VECCHIA SAGGIA
C’è un’età in cui la donna acquisisce una particolare saggezza: è l’età che inizia con la menopausa, un’età che le nostre madri e altre generazioni prima di loro hanno vissuto drammaticamente, come la fine del loro valore nel mondo non avendo più la funzione di generare figli.
Finchè il patriarcato ha dominato la psiche femminile, le donne non hanno riconosciuto il valore di questa fase della vita in cui l’energia, non più dispersa col sangue mestruale, rende la donna simile alla dea Ecate, divinità legata alla luna nera, al potere nascosto, raccolto in se stesso, in attesa di dispiegarsi con rinnovata potenza. La donna anziana, se non intimidita dai credo patriarcali, è un punto di riferimento, conforto, consolazione per i giovani inesperti; i suoi occhi, che oggi vedono male da vicino, si sono avvicinati a infiniti aspetti della vita e dopo averli scrutati, sperimentati sulla sua pelle ora ispessita e ruvida, ora non la coinvolgono più, non la possono più travolgere, sconvolgere.
Ora questa donna può con distacco obiettivo ed esperto insegnarci molto della vita se sappiamo con umiltà riconoscere che le sue esperienze sono le stesse nostre, che le sue non sono parole inutili quando ci avvisano su rischi e pericoli, quando possiamo credere che i suoi consigli possono evitarci dolori che lei ha già provato anche per noi.Questo tipo di energia non necessariamente ci deve venire da una persona anziana, anche da giovani un vecchio saggio o una vecchia saggia sono dentro di noi, è quell’energia che impara dall’esperienza, che guarda alla vita come ad una palestra e ai nostri passi in questa vita come ad esperienze che ci arricchiscono. E’ la voce che, anche quando inciampiamo, non ci parla in termini di “Hai sbagliato!” (come direbbe il Critico), ma ci incoraggia a imparare dal passo falso quale sarà il migliore passo da fare poi nel cammino verso il successo.
IL BAMBINO SPIRITUALE
Abbiamo in noi voci spirituali che ci mettono in contatto con una dimensione ultraterrena e che sono collegate al nostro Bambino interiore, che in questo aspetto prende il nome di Bambino spirituale. Fra i diritti del bambino c’è anche quello di vivere ed esprimere la sua spiritualità che non è quella delle religioni ufficializzate, o non necessariamente coincide. Il bambino “sente” che c’è “altro” e ha il diritto di avere fede: un grave abuso su questo suo aspetto è quello di catalogarlo come “son tutte sciocchezze”.“Secondo una leggenda del Talmud, il bambino nell’utero è indicibilmente saggio. Gli è stata insegnata la Torah e gli sono stati rivelati tutti i segreti dell’universo. Ma al momento della nascita, un angelo lo colpisce sulla bocca e gli fa dimenticare tutto" (“Atlante del mondo interiore” di Louise Van Swwaaij e Iean Klare).
Il Bambino Spirituale ricorda perché siamo venuti qui, il nostro scopo nella vita e, se riconosciuto e rispettato, può portarci quel senso di affidamento a qualcosa che ci trascende, che dona serenità e alleggerisce momenti difficili o dolorosi.
Nota Bibliografica:
- mi sono ispirata a Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen
- le mie conoscenze sul Voice Dialogue derivano dagli insegnamenti della D.ssa Franca Errani, dai cui scritti ho tratto spunti per la "lettura delle Dee tramite il Voice Dialogue", nonchè dai seguenti testi di Hal e Sidra Stone: Il Dialogo delle voci, conoscere e integrare i nostri sé nascosti, ed. Amrita; Il critico interiore, come trasformarlo in un potente alleato, ed. Gruppo Futura; Tu ed io, incontro, scontro e crescita nelle relazioni, ed. MIR
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